Massari Giuseppe
    Massari Giuseppe
    Data e luogo di nascita 11 agosto 1821, Taranto
    Data e luogo di morte 13 marzo 1884, Roma
    Collegio Spoleto, Perugia
    Legislature VIII 1861-1865 Regno d’Italia

    IX 1865-1867 Regno d’Italia

    X 1867-1870 Regno d’Italia

    XI 1870-1874 Regno d’Italia

    XII 1874-1876 Regno d’Italia

    XIV 1876-1880 Regno d’Italia

    XV 1880-1882 Regno d’Italia

    XVI 1882-1886 Regno d’Italia

    Partito Destra storica
    Biografia Nato a Taranto nell’agosto 1821, Giuseppe Massari fu mandato dal padre a studiare presso il seminario di Avellino per avviarlo agli studi letterari e filosofici, per poi, nel 1835, trasferirsi a Napoli dove, invece, approfondì la matematica. Nella città partenopea si avvicinò al movimento patriottico e alla Giovine Italia, cosa che attirò l’attenzione della polizia borbonica, la quale lo convocò più volte per ammonirlo. Per paura che alla fine venisse arrestato, il padre, nel settembre 1838, lo mandò a Parigi. Qui Massari si avvicinò a molti patrioti esuli dalle proprie terre, come Tommaseo e Mamiani, e cominciò a studiare le idee di Gioberti, con il quale cominciò una fitta corrispondenza che terminò nel 1852, alla morte dell’abate. Frequentò diversi salotti, come quello di Costanza Trotti e di Cristina Trivulzio. Con quest’ultima intraprese anche una relazione sentimentale che terminò malamente ma che gli fruttò l’impiego come redattore nel periodico la “Gazzetta italiana”, da ella lei fondato a Parigi nel 1845 con l’obiettivo di rinvigorire la discussione sul futuro della penisola tra gli esuli.
    Massari riuscì a rientrare in Italia solo nel 1846, quando l’editore torinese Pomba gli propose di dirigere un periodico da poco fondato, “Il Mondo illustrato”, che vide le stampe a partire dal 1847. Nel 1848 tornò a Napoli in quanto eletto nel primo Parlamento costituzionale del Regno di Sicilia, ma una volta restaurato il potere borbonico dovette di nuovo scappare in Piemonte per evitare l’arresto.
    La morte di Gioberti portò ad un avvicinamento di Massari alle posizioni di Cavour: nel 1856, infatti, gli affidò la direzione della “Gazzetta piemontese” con lo scopo di fargli compilare i comunicati ufficiali e le note diplomatiche del suo governo.
    Con la proclamazione del Regno d’Italia Massari si candidò alle elezioni per la nuova Camera dei Deputati e riuscì ad ottenere il seggio. Entrato in Parlamento si dedicò in particolar modo al problema del brigantaggio portando avanti un’inchiesta.
    Nel 1866, chiusa l’inchiesta parlamentare sul brigantaggio, preparò una relazione sulle cause sociali del fenomeno nel Mezzogiorno d’Italia, la quale venne letta e discussa nei primi giorni di maggio alla Camera dei Deputati riunita in comitato segreto. Il rapporto esposto dall’intellettuale pugliese teneva conto anche degli incitamenti alla rivolta che provenivano dai Borboni, che si erano rifugiati a Roma protetti dal papa Pio IX e nel contempo proponeva misure di polizia per ristabilire l’ordine pubblico. Individuò come ragione principale del brigantaggio non tanto la crisi politica che aveva dato gravi scosse al principio di autorità quanto alle strutture preesistenti all’Unità: il fenomeno, infatti, attecchiva più rapidamente dove le condizioni sociali e lo stato economico dei contadini erano misere. Massari scrive che «tanta miseria e tanto squallore sono naturale apparecchio al brigantaggio. La vita del brigante abbonda di attrattiva per il povero contadino. […] I cattivi consigli della miseria non temperati dalla istruzione e dalla educazione, non infrenati da quella religione grossolana che si predica alle moltitudini, avvalorati dallo spettacolo del cattivo esempio prevalgono presso quegl’infelici, e l’abito a delinquere diventa seconda natura».
    Le conclusioni dell’inchiesta avevano una corrispondenza con la realtà sociale dell’epoca, ma non mettevano in luce quello che era stato il compromesso politico delle classi dirigenti.
    Giuseppe Massari rimase alla Camera ininterrottamente dal 1861 al 1884, anno della sua morte. Per le elezioni riguardanti la XV e la XVI legislatura scelse di concorrere in due collegi umbri: la prima volta a Spoleto dove vinse contro Giuseppe Fratellini ottenendo 398 preferenze; nel 1882 si candidò a Perugia raccogliendo più di tremila voti.
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    Scheda parlamentare
    Professione
    Pubblicista / Giornalista
    Commemorazioni
    AP, Camera dei deputati, Discussioni, 13 marzo 1884
    Opere
    G. MASSARI, Cenni biografici di Vincenzo Gioberti, Marsigli e Rocchi, Bologna 1848.
    ID., Discorso pronunziato dal deputato Giuseppe Massari alla Camera seduta del 13 giugno 1870 relativo ai provvedimenti finanziari, Eredi Botta, Firenze 1870.
    ID., La vita ed il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia primo re d’Italia, Fratelli Treves, Milano 1878.
    ID., Il conte di Cavour, stamperia nazionale Braille, Firenze s.d.
    Bibliografia
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, sessione 1863.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 31 gennaio 1867.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 8 dicembre 1870.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 30 novembre 1871.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 10 maggio 1875.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 28 aprile 1882.
    ATTI PARLAMENTARI, Camera dei Deputati, Discussioni, 13 marzo 1884.
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    F. CHABOD, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, Laterza, Bari 1965.
    M. FANTASIA, Giuseppe Massari nel primo centenario della morte 1884-1984, Grafica Scisci, Bari 1984.
    D. MACK SMITH, Il Risorgimento italiano, Laterza, Roma- Bari 2011.
    T. PEDIO (a cura di), Inchiesta Massari sul brigantaggio: relazioni Massari-Castagnola, lettere e scritti di Aurelio Saffi, osservazioni di Pietro Rosano, critica alla Civiltà cattolica, Lacaita, Manduria 1983.
    C. PISCHEDDA, Il diario di Giuseppe Massari, in “Rassegna storica del Risorgimento”, LXXXII 82(1995), pp. 547-564.
    G. PROCACCI, Storia degli italiani, Laterza, Roma-Bari 2009.
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    Risorse web
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    Massari, Giuseppe nell’Enciclopedia Treccani
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