Data e luogo di nascita |
Montegranaro (Ascoli Piceno), 17 novembre 1882 |
Data e luogo di morte |
Roma, 11 marzo 1957 |
Collegio |
Unico Lazio-Umbria |
Legislature |
XXVI Legislatura Regno d’Italia (1921-1924)
XXVII Legislatura Regno d’Italia (1924-1929)
Assemblea Costituente (1946-1948)
I Legislatura della Repubblica (1948-1953), Senato
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Partito |
Partito repubblicano |
Biografia |
Figlio di David Conti, piccolo imprenditore di calzature, e di Livia Germozzi, insegnante, Giovannni Conti nacque a Montegranaro, in provincia di Ascoli Piceno, il 17 novembre 1882. Dopo aver compiuto gli studi classici presso il liceo-ginnasio di Fermo e di Roma, nel 1898 si iscrisse al Partito repubblicano dedicandosi dapprima alla propaganda e successivamente all’attività giornalistica ed editoriale. Nel 1906 fondò a Fermo il giornale “La Giustiza”.
Terminati gli studi universitari presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università degli studi di Roma, iniziò la propria carriera di avvocato presso lo studio Zuccari di Roma, dove venne a contatto con le maggiori personalità dell’area repubblicana come Arcangelo Ghilseri.
Nel 1907 fondò la Libreria politica moderna allo scopo di fornire i testi adatti alla formazione repubblicana delle future generazioni.
All’interno del partito aderì alla corrente definita intransigente contro quella “democratica” di Salvatore Barzilai, considerato dagli intransigenti non abbastanza repubblicana.
Eletto al congresso di Firenze del 1910, fu membro della commissione esecutiva e rappresentante della corrente intransigente minoritaria. Fu in questa veste che attaccò Barzilai e la sua politica nei confronti della guerra italo-turca.
In seguito alla svolta intransigente compiutasi tra il Convegno di Bologna del novembre 1911 e l’XI congresso di Ancona del maggio 1912, Conti entrò a far parte della direzione nazionale e venne eletto membro della commissione esecutiva in qualità di rappresentante della maggioranza intransigente.
Attivo nel delineare le linee politiche e ideologiche della corrente maggioritaria, Conti si interessò anche alla storia del Partito pubblicando, nel 1913, il primo volume de Il Partito repubblicano in Italia, una storia divulgativa del partito dalla Rivoluzione Francese al 1849. La pubblicazione della collana, avvenuta sotto lo pseudonimo “Un ignoto”, si fermò al primo volume, mentre il secondo volume sul periodo compreso fra il 1849 e il 1860 rimase nelle carte personali di Giovanni Conti. Con lo stesso pseudonimo Conti pubblicò, nel 1917, una storia del partito intitolata Pensiero e azione. Cento anni di lotta repubblicana in Italia, aggiornata successivamente con il titolo l Partito repubblicano dalle lotte per l’unità d’Italia al momento attuale e pubblicata nel 1944 e nel 1947.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale Conti aderì alla linea interventista del Partito. Nell’agosto del 1916 fu inviato al 13° reggimento di artiglieria di campagna di stanza ad Ancona e nel maggio dell’anno successivo fu inviato al fronte nel Trentino, presso il Pasubio, con il grado di caporale. In seguito alla nomina a sottotenente fu inviato a Ovada e congedato nel febbraio 1919. Nell’agosto dello stesso anno venne arrestato alla stazione di Gavorrano con l’accusa di propaganda tra i soldati.
Nel 1921 presentò la propria candidatura nel collegio di Roma venendo eletto deputato per la XXVI legislatura. Candidatosi alle elezioni successive del 1924, venne eletto nel collegio unico Lazio-Umbria con 2.268 voti.
Fu fondatore e primo direttore della “Voce repubblicana” dal 1921 al 1926.
Fu attivo e convinto antifascista, partecipando alla secessione dell’Aventino e combattendo all’interno del suo stesso partito contro la corrente filofascista.
Conti affrontò più volte Mussolini alla Camera: all’indomani del discorso del “bivacco”, nel maggio del 1923 quando criticò la virata a favore dei ceti benestanti della politica finanziaria e il 13 luglio dello stesso anno in occasione della discussione sulla legge elettorale maggioritaria.
In veste di parlamentare Conti fece parte della commissione permanente degli Affari interni e presentò una proposta di legge volta a favorire l’abbassamento del limite di età per l’eleggibilità a deputato.
A causa della sua partecipazione alla secessione dell’Aventino, nel novembre 1926 decadde dal mandato parlamentare e nell’aprile del 1928 venne radiato dall’albo dei procuratori a causa della sua attività antifascista.
Sottoposto a vigilanza serrata, nel 1938 fu emanato l’ordine di arresto preventivo.
Ritiratosi a vita privata continuò ad intrattenere frequenti rapporti con l’emigrazione repubblicana e gli esponenti di spicco dell’antifascismo fino a quando, con la caduta del fascismo, l’armistizio dell’8 settembre e la conseguente occupazione tedesca, Conti si impegnò nella ricostruzione clandestina del partito.
Fu eletto all’Assemblea costituente nel collegio Roma-Viterbo-Latina-Frosinone, ricoprendo altresì la carica di vicepresidente dal 25 giugno 1946 al 31 gennaio 1948.
Tra i temi che furono di suo maggiore interesse si possono ricordare: l’ordinamento regionale, l’autonomia locale, l’esigenza di stabilità e la strutturazione degli organi giudiziari.
Si pronunciò a favore dell’espulsione dal territorio nazionale di tutti gli esponenti della dinastia Savoia e l’avocazione allo Stato ti tutti i beni della famiglia.
Grazie alla sua partecipazione alla secessione dell’Aventino e la conseguente decadenza dalla carica di deputato, fu nominato Senatore della i legislatura della repubblica secondo i termini della III disposizione transitoria della costituente.
Nel 1950 uscì dal Partito repubblicano a causa della sua opposizione al mandato fiduciario sulla Somalia. Pur mantenendo una propensione al dialogo con i socialcomunisti, si espresse a favore della scelta atlantica e centrista.
Nel dopoguerra fu direttore o redattore di numerosi giornali della capitale come “Il Giornale del villaggio”, “L’Edera”, “La Bandiera del Popolo” e “Gioventù libera”. Fu inoltre curatore del numero unico La Repubblica romana
Morì a Roma l’11 marzo 1957.
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Scheda parlamentare
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Commemorazioni |
AP, Senato della Repubblica, Discussioni, 12 marzo 1957
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 12 marzo 1957 |
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Opere
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G. CONTI, Pensiero e azione. Cento anni di lotta repubblicana in Italia, Roma 1917.
ID., Perché sono uscito dal PRI, Cuggiani, Roma 1950.
ID., I Repubblicani dopo l’Unità, Firenze 1963.
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Bibliografia
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Dizionario biografico degli italiani, Vol. 28, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 1983.
E. AGA ROSSI, Il movimento repubblicano. Giustizia e libertà e il Partito d’azione, Cappelli, Bologna 1969.
L. PUPILLI, Giovanni Conti: politico, costituente, storico, Il lavoro editoriale, Ancona 2010.
A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia, Edimond, Città di Castello 2012.
ID., I Movimenti sociali in Umbria tra Ottocento e Novecento, Il Formichiere, Foligno 2017.
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Risorse web
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Archivio storico
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