Di Campello Paolo
    Di Campello Paolo
    Data e luogo di nascita Spoleto, 18 maggio 1829
    Data e luogo di morte Spoleto, 21 marzo 1917
    Collegio Spoleto
    Legislature X Legislatura del Regno (1867-1870)
    Partito Moderato
    Biografia Figlio del conte Pompeo Di Campello, politico e senatore del Regno, e della Principessa Giacinta Ruspoli, Paolo di Campello perse la madre alla tenera età di un anno. Trascorse i primi anni di vita a Spoleto fino a quando, nel 1835, si trasferì a Firenze insieme al padre. Il conte Pompeo, infatti, ebbe un ruolo di primo piano nei moti liberali del 1831, ruolo a causa del quale fu costretto ad abbandonare Spoleto perché sgradito alle autorità dello Stato romano.
    Tornato a Roma nel 1841, Paolo Di Campello poté frequentare il liceo della Pace e successivamente, nel 1848, iscriversi alla Facoltà di matematica dell’Università di Roma. Fu qui che Di Campello divenne membro della guardia civica universitaria.
    Favorevole all’elezione di papa Pio IX al soglio pontificio, partecipò con entusiasmo ai primi atti del neo papa.
    Seppur contestando l’eccessivo anticlericalismo della Repubblica romana, nel 1849 appoggiò quest’ultima militando tra le file della milizia repubblicana per poi essere nominato ufficiale d’ordinanza del ministero della Guerra.
    Frequentò con assiduità la capitale francese venendo periodicamente ricevuto a corte. Nel marzo del 1851 sposò Maria Bonaparte, figlia del principe di Canino, Carlo Luciano, e della cugina di Napoleone III, Zenaide Bonaparte.
    Nel marzo del 1867 presentò la propria candidatura per il collegio di Spoleto, tra le file dei moderati, vincendo con 263 voti su Luigi Pianciani. Nell’ottobre dello stesso anno fu inviato da Urbano Rattazzi a Roma allo scopo di persuadere il papa a impedire lo sbarco dei francesi a Civitavecchia e rassicurandolo sull’operato del governo per impedire l’avanzate di Giuseppe Garibaldi. Tuttavia, in seguito alla battaglia di Mentana, la missione fu annullata.
    Contrario alla politica del governo italiano nei confronti della Chiesa, nel 1869 Di Campello rassegnò le proprie dimissioni per avvicinarsi alle posizioni dei cattolici-liberali favorevoli ad una soluzione concordataria della questione romana.
    Con la presa di Roma del settembre 1870 e l’emanazione del Non expedit da parte di papa Pio IX, nel 1871 Paolo di Campello costituì, insieme ad altri esponenti del partito moderato, l’Unione Romana per le elezioni amministrative, ottenendo grandi risultati alle elezioni provinciali dello stesso anno.
    Fu grazie ai successi elettorali dell’Unione romana e al suo atteggiamento moderato che nacque, in seno ad alcuni esponenti del moderatismo, l’idea di costituire un vero e proprio partito conservatore. Nel 1879, infatti, dopo una serie di riunioni tenutesi a Roma presso il palazzo del conte Paolo Di Campello, i più importanti esponenti del movimento come Cesare Valperga di Masino, Cesare Cantù, Enrico Cenni, conte Carlo Conestabile della Staffa Carlo Santucci e altri, formularono lo statuto dell’Associazione conservatrice nazionale. Tuttavia l’Associazione non solo non ottenne dal Vaticano quel riconoscimento che sperava di avere, ma divenne oggetto di costanti attacchi da parte della stampa cattolica intransigente.
    Deluso dal fallimento dell’iniziativa, di Campello torno alla vita amministrativa della capitale ricoprendo la carica di consigliere comunale. Fu inoltre vice presidente e successivamente presidente dell’Unione romana, facendosi inoltre promotore del Circolo di studi sociali allo scopo di preparare i giovani cattolici italiani alla vita pubblica.
    Di Campello ridusse progressivamente il suo impegno in ambito politico, dedicandosi alla collaborazione alla rivista “Rassegna nazionale”, coltivando gli studi storici, letterali e religiosi e interessandosi in modo particolare alla storia della propria famiglia.
    Fu grazie al suo impegno negli studi storici che Paolo di Campello ottenne la nomina a presidente della Deputazione di storia patria dell’Umbria nel 1901.
    Colpito da paralisi nel gennaio 1908, riuscì a realizzare e pubblicare le proprie memorie grazie all’ausilio della figlia Giacinta.
    Morì nella città natale il 21 marzo 1917.
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    Scheda parlamentare
    Professione
    Conte
    Commemorazioni
    AP, Camera dei deputati, Discussioni, 23 marzo 1917
    Opere
    P. DI CAMPELLO, All’autore dell’opera Lo Stato Romano dall’anno 1815 all’anno 1850: lettera, Tip. di E. Duvereger, Parigi 1851.
    ID., Insolforamento delle viti: memoria letta nell’accademia spoletina degli ottusi dal conte Paolo di Campello socio resid. e censore nel giorno 6 settembre 1858, dai soci Bassoni e Bossi, Spoleto 1858.
    ID., Visita all’esposizione dei quadri nelle sale alla Piazza del Popolo nell’anno 1865, Tipografia Tiberina, Roma 1865.
    ID., L’ultima lotta: inno, tip. Bassoni e Bossi, Spoleto 1866.
    ID., Agli elettori del collegio di Spoleto: lettera, Stamperia amministrativa e delle strade ferrate di P. Dupont, Parigi 1867.
    ID., Pel quinto centenario di Francesco Petrarca: discorso, Tip. editrice degli Accattoncelli, Napoli 1875.
    ID., Tutti cavalieri: scherzo comico, Tip. dei fratelli Monaldi, Roma 1876.
    ID., Chi ben riflette a tempo col tempo non si pente! Proverbio in versi di Paolo Di Campello: rappresentato per la prima volta nel Teatro di Campello la sera dell’11 novembre 1878 e in Roma nel teatro Circolo filodrammatico la sera del 25 aprile 1878, C. Riccomanni, Roma 1878.
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    Bibliografia
    Dizionario biografico degli italiani, Vol. 17, istituto della Enciclopedia italiana, Roma 1974.
    F. BETTI, A. MARGIOTTA, M.E. TITTONI (a cura di), Il Risorgimento dei Romani: fotografie dal 1849 al 1870, Gangemi, Roma 2010.
    G. CANDELORO, Il movimento cattolico in Italia, Rinascita, Roma 1955.
    F. FONZI, I cattolici e la società dopo l’unità, Studium, Roma 1977.
    F. LEONI, Storia dei partiti politici italiani, Guida, Napoli 2001.
    F. MALGERI, “Di Campello Paolo”, in Dizionario biografico degli italiani, volume 17, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1974.
    L. MORI, Il tramonto del potere temporale: 1866-1870, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1967.
    A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia, Edimond, Città di Castello 2012.
    G. TORTORELLI (a cura di), Educare la nobiltà. Atti del Convegno nazionale di studi, Perugia, Palazzo Sorbello, 18-19 giugno 2004, Pedragon, Bologna 2005.
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    Risorse web
    CAMPELLO, Paolo in "Dizionario Biografico&quoCAMPELLO, Paolo in "Dizionario Biografico&quo…
    http://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-campello…
    Archivio storico
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