Data e luogo di nascita |
20 luglio 1900, Roma |
Data e luogo di morte |
21 maggio 1981, Roma |
Collegio |
Perugia-Terni-Rieti; Perugia |
Legislature |
Assemblea costituente (1946-1948)
I 1948-1953 Repubblica italiana/Camera dei Deputati
II 1953-1958 Repubblica italiana/Camera dei Deputati
III 1958-1963 Repubblica italiana/Camera dei Deputati
IV 1963-1968 Repubblica italiana/Camera dei Deputati
VI 1972-1976 Repubblica italiana/ Senato |
Partito |
Democrazia Cristiana |
Biografia |
Giuseppe Ermini, originario di una famiglia romana di rigorosa tradizione cattolica, frequentò dapprima il Liceo classico per poi iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza, dove si laureò a soli 21 anni con una tesi su Giovanni da Legnano, giurista di diritto comune vissuto nel XIV secolo. L’amore per gli studi storici fu qualcosa che Ermini coltivò sempre. Una passione che aveva mutuato dal padre, docente di Letteratura latina medievale presso La Sapienza a Roma.
Nel 1926, dopo aver ottenuto l’abilitazione all’insegnamento, ricoprì, in un primo momento, la cattedra di Storia del diritto italiano presso l’Ateneo di Urbino, poi fu spostato a Cagliari, Studio in cui rimase fino al 1931. L’anno successivo si trasferì all’Università degli studi di Perugia, dove rimase fino alla fine della sua carriera accademica, ricoprendo anche la carica di Rettore (dal 1944 fino al 1976). In questi anni si dedicò alla pubblicazione, in due volumi, della Storia dell’Università di Perugia, oltre che al manuale di Diritto comune.
Nella sua lunga carriera si fece promotore di molti convegni e pubblicazioni, oltre ad aver creato diversi Istituti e Centri di studi storici nel territorio umbro in particolare, nel 1953 diede vita a Spoleto al Centro italiano di studi per l’alto medioevo e a Todi istituì il Centro di studi sulla spiritualità medievale. Fu, infine, presidente della Giunta centrale per gli studi storici, che rappresentò poi al Comité international des sciences historiques.
L’educazione familiare ricevuta e l’esempio del padre, militante nel Partito popolare, indussero Ermini a dedicarsi alla politica nella compagine della Democrazia cristiana. Eletto all’Assemblea costituente nel collegio di Perugia, si fece patrocinante di un provvedimento sul finanziamento delle scuole cattoliche, entrando in contrasto con la posizione dei comunisti, in particolar modo di Togliatti.
La sua carriera parlamentare fu molto lunga e costellata di incarichi di grande prestigio: oltre ad essere eletto prima alla Camera e poi al Senato, fu anche sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega allo spettacolo durante il primo governo Fanfani (gennaio-febbraio 1954) e ministro della Pubblica Istruzione per il gabinetto Scelba nel settembre 1954. In quel periodo si era aperta una discussione sui problemi relativi alla scuola dell’obbligo ed Ermini appoggiò una riforma dei programmi, la quale conservava diversificati i programmi degli ultimi tre anni di scuola, originando polemiche a sinistra. Malgrado tale esecutivo durò meno di un anno, Ermini, grazie ad una linea di moderata apertura verso l’ala opposta del parlamento, rimase uno degli interlocutori preferiti in tema di istruzione e diritto allo studio. Nel 1958 venne eletto presidente della commissione Pubblica istruzione e delle Belle arti della Camera dei deputati, di cui, comunque, era già membro a partire dalla prima legislatura repubblicana. Tale commissione fu importantissima, poiché divenne la sede principale di confronto fra democristiani e socialisti, che poi portò alla riforma della scuola del 1962, di cui Ermini fu uno dei protagonisti. Tra il 1962 e il 1965 presiedette anche la Commissione nazionale di indagine sulla scuola e si fece promotore di un riordino delle università che si bloccò nel 1968 in parlamento. Come detto prima, oltre ad un adeguamento degli atenei italiani alle esigenze di una popolazione studentesca sempre più nutrita, tale riforma rifletteva anche l’urgenza di avere un sistema di ricerca e di ricercatori più strettamente legati agli obiettivi di sviluppo industriale italiani.
Non essendo mai stato un uomo di partito, alle elezioni del 1968 Ermini non venne riconfermato alla Camera (si dice avesse avuto dei dissidi con la Dc umbra in merito all’apertura di un nuovo ateneo ad Assisi). Si ripresentò per l’ultima volta nel 1972 al Senato e fu eletto sempre tra le fila dei democristiani. In questi quattro anni fu tra i relatori della legge istitutiva del nuovo ministero per i Beni culturali ed ambientali, gli venne assegnata la presidenza del Comitato parlamentare per la costituzione del ministero stesso e fu membro della Commissione Pubblica istruzione del Senato, presieduta da Giovanni Spadolini. |
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Scheda parlamentare |
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Professione |
Docente universitario |
Dettaglio Legisalture |
Repubblica italiana/Camera dei Deputati |
Assemblea costituente (1946-1948)
I 1948-1953
II 1953-1958
III 1958-1963
IV 1963-1968
VI 1972-1976 |
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Opere |
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G. ERMINI, Stato e Chiesa nella monarchia pontificia dei secoli XIII e XIV, Zanichelli, Bologna 1932.
ID., Tradizione di Roma e unità giuridica europea, Reale Deputazione romana di storia patria, Roma 1944.
ID., Storia dell’Università di Perugia, 2 v., Olschki, Firenze 1971.
ID., I “prammatici” nella storia del diritto dell’età moderna, Olschki, Firenze 1977.
ID., Corso di Diritto comune, Giuffrè, Milano 1989. |
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Bibliografia |
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M.S. AMETRANO e A. PARRINO, Costituenti dall’Umbria. Un contributo alla nascita della democrazia, Isuc, Perugia; Editoriale Umbra, Foligno 2008.
G. ANTONELLI, Giuseppe Ermini (Roma 20 luglio 1900-31 maggio 1981), “Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria”, 79(1982), pp. 217-222.
V. BISTONI e P. MONACCHIA, Due secoli di massoneria a Perugia e in Umbria (1775-1975), Volumnia, Perugia 1975.
CENTRO STUDI INTERNAZIONALI GIUSEPPE ERMINI (a cura di), Giuseppe Ermini. L’uomo, lo studioso, il maestro a cento anni dalla nascita, Centro studi internazionali Giuseppe Ermini, Ferentino 2002.
M.C. GIUNTELLA, G. PELLEGRINI, L. TOSI (a cura di), Cattolici e società in Umbria tra ottocento e novecento, Studium, Roma 1984.
A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia. L’Umbria dal 1861 al 1992, Edimond, Città di Castello 2012. |
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Risorse web |
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Archivio storico |
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