Data e luogo di nascita |
San Venanzo (TR), 9 febbraio 1826 |
Data e luogo di morte |
Perugia, 17 giugno 1917 |
Collegio |
Perugia |
Legislature |
XI Legislatura Regno d’Italia (1870 – 1874)
XII Legislatura Regno d’Italia (1874 – 1876)
XIII Legislatura Regno d’Italia (1876 – 1880)
XIV Legislatura Regno d’Italia (1880 – 1882)
XV Legislatura Regno d’Italia (1882 – 1886)
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Partito |
Centro–Destra |
Biografia |
Faina Zeffirino fu esponente di spicco di una ricca famiglia di proprietari terrieri divenuta nobile nel 1842. Il padre, Venanzio Faina, divenne nobile di Civitella dei Conti nel 1858 mentre lo stesso Zeffirino Faina ottenne il titolo ereditario nel 1904. Nel 1833 entrò nel collegio Pio della Sapienza di Perugia e dieci anni più tardi si iscrisse all’Università di Perugia conseguendo la laurea in filosofia e matematica.
Allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza, nel 1848, entrò a far parte del corpo di spedizione pontificio (al comando di Andrea Ferrari) e venne assegnato al XX reggimento volontari. Nominato prima tenente, poi capitano, raggiunse prima Treviso e successivamente Venezia dove prese parte alla difesa della città.
Tornato a Perugia nel gennaio 1849 sposò Francesca Baldini, figlia di un ricco commerciante di origini fiorentine, Luigi Baldini, proprietario di una ditta impegnata nel commercio dei bachi da seta e uno dei maggiori azionisti fondatori della Cassa di Risparmio di Perugia. Alla morte della giovane moglie, avvenuta il 15 giugno 1850, Faina ereditò buona parte dei beni della famiglia Baldini (compreso il Banco con l’impegno di continuare ad usare il nome del padre). Negli anni successivi si dedicò all’amministrazione dell’eredità della famiglia Baldini e alla direzione della filanda installata presso l’ex convento di San Francesco delle Donne nel 1853. In questa azienda Faina adottò attrezzature all’avanguardia, come le macchine a vapore, e fornì lavoro a 200 operaie. La sua dedizione alla gestione e al potenziamento della filanda gli permise di ottenere importanti riconoscimenti, nazionali ed internazionali, alla qualità della seta prodotta, nonché il titolo di vicepresidente onorario della Società universale per l’incoraggiamento delle arti e dell’industria.
Contemporaneamente al suo impegno imprenditoriale, Faina iniziò a frequentare i circoli di stampo patriottico, in particolare il salotto della principessa Maria Bonaparte Valentini, diventando una figura chiave del movimento liberale perugino insieme a Niccolò Danzetta. Fu insieme a quest’ultimo che Faina ottenne l’ingresso del comitato cittadino nella Società nazionale.
Alla notizia dell’insurrezione di Bologna del 12 giugno 1859, Faina fu tra coloro che spinsero per l’intervento armato e alla partecipazione alla seconda guerra d’indipendenza. Il 14 giugno successivo il Faina, Niccolò Danzetta, Carlo Bruschi, Francesco Guardabassi e Tiberio Giordani dichiararono al delegato apostolico, mons. Luigi Giordani, la volontà del popolo perugino di prender parte alla guerra d’indipendenza e di diventare sudditi del Regno di Sardegna. Alle dimissioni del delegato apostolico seguì la creazione di un governo provvisorio a cui presero parte lo stesso Faina, Danzetta e Guardabassi. Il 20 giugno successivo le truppe papali attaccarono Perugia, costringendola alla resa dopo poco più di tre ore di assedio, mentre Faina e gli altri membri del governo provvisorio fuggivano a Firenze. Alla conquista di Perugia seguirono stragi e violenze. Ristabilito il controllo sulla cittadina umbra, il governo militare pontificio ordinò l’arresto e la confisca dei beni dei principali animatori dell’insurrezione. Non essendosi quest’ultimi consegnati alle autorità li condannò a morte. Se le condanne degli altri imputati furono in seguito attenuate, al Faina fu confermata la condanna capitale.
Stabilitosi a Firenze Faina si dedicò alla gestione dei sussidi destinati alle vittime delle stragi di Perugia, pur continuando a mantenere contatti con gli altri esuli e con gli esponenti del movimento unitario. Nel 1859 uscì a Firenze La insurrezione di Perugia. Relazione della Giunta di Governo provvisorio con documenti, realizzato in collaborazione con gli altri esponenti del governo provvisorio al fine di rendere pubblico quanto avvenuto tra il 14 e il 20 giugno.
Fu uno degli esponenti della giunta superiore delle Marche e dell’Umbria (nata allo scopo di incoraggiare un’azione comune dei liberali di quest’area geografica) e del Comitato d’emigrazione (nato allo scopo di organizzare e coordinare l’azione dei comitati dell’Italia centrale).
Nel settembre 1860 prese parte alla deputazione inviata a Torino. Il 14 settembre dello stesso anno tornò a Perugia in seguito all’entrata delle truppe piemontesi in città. Fu consigliere di Giacchino Napoleone Pepoli, commissario regio per l’Umbria, con l’incarico di provvedere ai problemi relativi all’industria e all’agricoltura.
Già da tempo legato alla massoneria, con la liberazione di Perugia dalle truppe pontificie entrò a far parte della loggia governativa fondata da Tiberio Ansidei e denominata “Fede e lavoro”. Tuttavia il suo impegno all’internò della massoneria andò lentamente ad affievolirsi fino a scomparire nel corso degli anni ’90.
Nell’aprile del 1861 sposò Luciana Valentini, figlia della principessa Maria Bonaparte, dalla quale ebbe quattro figli. Dopo l’interruzione legata alla situazione politica perugina, Faina tornò ad occuparsi della gestione della ditta e del banco Baldini. Ricoprì la carica di tesoriere della cassa di Risparmio di Perugia ottenendone la presidenza a partire dal 1872.
Accanto alla gestione dell’eredità dei Baldini e all’attività presso la Cassa di risparmio, Faina decise di potenziare e valorizzare i poderi ereditati dal padre dedicandosi alla coltivazione della vite con metodi all’avanguardia, metodi che gli valsero apprezzamenti in numerose esposizioni. Ottenuta ormai la fama di eccellente agronomo, Faina ricoprì la carica di presidente in numerose commissioni giudicatrici di concorsi agrari e nel 1893 ottenne la nomina di ispettore ampelografico.
In seguito al plebiscito di annessione al Regno d’Italia divenne prima consigliere, poi vicepresidente e, nel 1891, presidente del Consiglio provinciale. Dal 1864 fu supplente della Deputazione provinciale e dal 1867 deputato ordinario. Ricoprì la carica di consigliere comunale di Perugia e successivamente quella di sindaco e assessore di Marsciano. Nel 1873 fu eletto deputato della Camera, prima per il secondo collegio di Perugia e, successivamente, per il primo, (dalla XI alla XV legislatura). Il 7 giugno 1886 ottenne la nomina a senatore.
Tra i sui principali interessi ci furono l’istituzione e il regolamento della Cassa delle pensioni per gli impiegati dell’amministrazione provinciale e la realizzazione e la conservazione di strade, ferrovie e ponti. Nel contesto cittadino Faina fu molto attivo sia in ambito sociale, attraverso la promozione e la partecipazione a opere di beneficenza, che in ambito culturale promuovendo la fondazione della Società filarmonica e ospitando, presso la sua dimora, uno dei più dinamici salotti letterari della città.
Fu nominato cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, successivamente ufficiale e commendatore del medesimo Ordine, commendatore della Corona d’Italia e infine cavaliere di gran corte.
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Scheda parlamentare
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Commemorazioni |
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 27 giugno 1917
AP, Senato del Regno, Discussioni, 20 giugno 1917 |
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Opere
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Z. FAINA, I due sonetti che il Codice perugino attribuisce a dante Alighieri dati nuovamente in luce ed illustrati dall’ Ab. Adamo Rossi, Tipografia di Vincenzo Bartelli, Perugia 1861. ID., Maria. (Eppur tra ‘l buio in che sepulta ho l’alma…), s.e., Perugia 1861. ID., Offerta nuziale (Versi), Tip. V. Santucci, Perugia 1861. ID., Una eletta di camelie per illustri nozze, s.e., Perugia 1861. ID., Comitato Liberale Monarchico. Perugia, s.e., Perugia 1900. Z. FAINA-BALDINI, All’Ill.mo ed Ecc.mo Signor Avv. Luigi Lattanzi… Perugia di stipulazione pubblica di Contratto pel Nobil Uomo Signor Zeffirino Faina–Baldini contro Nobil Uomo Antonio Cenci, s.e., Perugia 1853.
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Bibliografia
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U. BISTONI e P. MONACCHIA, Due secoli di massoneria a Perugia e in Umbria (1775-1975), Volumnia, Perugia 1975. L. BONAZZI, Storia di Perugia: dalle origini al 1860, Unione Arti Grafiche, Perugia 1983. A. BRUNIALTI, Annuario biografico universale: raccolta delle biografie dei piu illustri contemporanei, Unione Tipografico-Editrice torinese, Torino 1886. V. CAPUTO, Figure del Risorgimento (1820-1870): biografie, Gastaldi, Milano 1960. G. DEGLI AZZI, Inventario-regesto del Museo storico del Risorgimento umbro, in “Archivio storico del Risorgimento umbro”, 1906. G. DEGLI AZZI, L’insurrezione e le stragi di Perugia del giugno 1859, Stab. Tip. V. Bartelli e C, Perugia 1909. , Dizionario del Risorgimento Nazionale. Dalle origini a Roma capitale. Fatti e persone vol. III, Vallardi, Milano 1933 F. FACCHINI, La famiglia Faina: tre secoli di storia, Publimedia, Todi 2000. , L’insurrezione dì Perugia (14-20 giugno 1859) nella pubblicistica contemporanea, Tip. Panetto e Petrelli, Spoleto 1959. F. MANCINI, L’ Umbria agricola, industriale, commerciale: studio economico-statistico anno 1913, Camera di commercio e industria dell’Umbria, F. Salvati, Foligno 1914. O. MARCACCI MARINELLI, La vita e le opere di Zeffirino Faina, Valecchi, Firenze 1959. B. RASCHI, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860: cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al regno di Vittorio Emanuele II, Tip. già Cooperativa, Foligno 1904. A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia, Edimond, Città di Castello 2012. A. ZOBI, Cronaca degli avvenimenti d’Italia nel 1859: corredata di documenti per servire alla storia II, Grazzini, Firenze 1860.
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