Data e luogo di nascita |
Perugia, 5 febbraio 1844 |
Data e luogo di morte |
Palermo, 5 febbraio 1914 |
Collegio |
Perugia |
Legislature |
XVI Regno d’Italia (1886-1890)
XVII Regno d’Italia (1890-1892)
XVIII Regno d’Italia (1892-1895)
XIX Regno d’Italia (1895-1897)
XX Regno d’Italia (1897-1900)
XXI Regno d’Italia (1900-1904)
XXII Regno d’Italia (1904-1909)
XXIII Regno d’Italia (1909- 1913)
XXIV Regno d’Italia (1913-1919) |
Partito |
Destra storica |
Biografia |
Cesare Fani trascorse gli anni della giovinezza compiendo gli studi superiori a Perugia e maturando un primo embrione di coscienza politica nel clima patriottico degli anni dell’unificazione nazionale. Il 20 giugno 1859 partecipò, infatti, alla difesa di Perugia contro l’esercito papalino. Nei mesi successivi ai cruenti fatti del 20 giugno, Fani continuò a frequentare i circoli patriottici, fino all’annessione dell’Umbria al Regno d’Italia. Questo forte patriottismo che lo connotava, lo portò, nella primavera del 1866, ad arruolarsi fra i volontari garibaldini, combattendo contro l’esercito austriaco in Trentino e poi nel 1867. Dopo questa fase rivoluzionaria, il Fani iniziò a dedicarsi alla professione, riprendendo le tradizioni familiari del nonno Giuseppe, noto avvocato. Laureatosi a pieni voti in Legge presso lo Studio perugino, nel 1867 si recò a Napoli, dove lavorò per un anno nello studio del famoso penalista Enrico Pessina. Al termine dell’esperienza napoletana aprì a Perugia un’attività propria. Fani divenne ben presto un avvocato di fama nazionale, distinguendosi per la sua riconosciuta competenza giuridica. Non era considerato un dottrinario del diritto ma accompagnò all’esercizio della professione un’opera di ricerca teorica che fornì indicazioni di rilievo, attestate da numerose pubblicazioni in materia.
Passate le simpatie per il radicalismo rivoluzionario, si inserì pienamente nella vita politica perugina, entrando a far parte dell’Associazione liberale monarchica di Perugia, costituitasi sotto la guida del prima deputato e poi senatore Zeffirino Faina. Contemporaneamente ricoprì anche cariche politiche locali: fu eletto, infatti, al Consiglio comunale di Perugia nel 1871, carica che ricoprì al 1893, quando si dimise a causa degli impegni parlamentari; fu più volte assessore, fu nominato consigliere provinciale dell’Umbria per quindici anni consecutivi e dal 1873 al 1893 fu anche deputato della Commissione centrale scolastica.
Il passaggio ad un impegno politico nazionale avvenne nel 1886, quando alle elezioni generali fu eletto deputato nel I collegio di Perugia. La rappresentanza parlamentare gli fu sempre confermata, diventando così la figura più rappresentativa del liberalismo umbro. Faina si guadagnò questa posizione centrale nella vita politica locale grazie anche ad un’intensa opera parlamentare in sostegno del suo collegio elettorale. Numerosi, infatti, furono i suoi interventi a partire dall’ottenimento di un contributo da parte dello Stato per l’erezione e il potenziamento dell’istituto agrario di S. Pietro, all’opera d’intesa nel 1899 con il prefetto di Perugia, Tommaso Tittoni, per ottenere dal ministero dei Lavori pubblici i fondi necessari all’istituzione del tram elettrico a Perugia.
Il controllo sulla vita politica del capoluogo umbro gli permise di dominare le competizioni elettorali, grazie anche ad una rete di rapporti clientelari, volti al sostegno delle posizioni degli agrari, dei conservatori e dei cattolici. Entrato alla Camera durante il settimo ministero Depretis, Faina si schierò nelle file della Destra storica, appoggiando l’indirizzo di Minghetti teso a sostenere l’operazione trasformistica del presidente del Consiglio. Partecipò attivamente ai lavori parlamentari e fece parte della giunta delle elezioni. Il suo primo incarico di rilievo fu comunque la partecipazione alla commissione di inchiesta sullo scandalo della Banca romana nel 1893.
Durante il periodo giolittiano, Faina divenne uno dei più autorevoli parlamentari dello schieramento della Destra. Nel marzo del 1910, infatti, entrò nel governo Luzzatti in qualità di detentore del dicastero di Grazia e Giustizia. Come ministro curò la stesura del progetto di riforma elettorale di Luzzatti e si distinse per fermezza nella gestione della politica ecclesiastica, difendendo fermamente le prerogative dello Stato laico, pur sempre nei limiti di una lucida distinzione fra religione e politica. Il suo incarico ministeriale finì con le dimissioni del governo presentate da Luzzatti il 20 marzo 1911.
Oltre all’attività politica e a quella forense, si dedicò a studi sul cooperativismo, su problemi di tipo sindacale e previdenziale, sulla lotta contro l’alcoolismo. |
|
|
___ |
Scheda parlamentare |
|
Professione |
Laurea in Giurisprudenza; Avvocato |
Commemorazioni |
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 6 febbraio 1914
AP, Senato del Regno, Discussioni, 26 febbraio 1914 |
|
|
Opere |
|
C. FANI, Discorso pronunziato alla Camera dei Deputati nella tornata del 29 novembre 1900, tip. Camera dei Deputati, Roma 1900.
ID., Discorso sul bilancio di grazia e giustizia e dei culti, pronunciato nella seconda tornata del 29 maggio 1905, tip. Camera dei Deputati, Roma 1905.
ID., L’insegnamento religioso nelle scuole elementari, Santucci, Perugia1908.
CAMERA DEI DEPUTATI, Atti parlamentari. – Discussioni – sessione 1913-1914, tornata del 6 febbr. 1914, I, pp. 865-871., , , |
|
|
Bibliografia |
|
ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA, Fondo Fani.
A. FANI, Cesare Fani: 70 anni di vita politica italiana, Santa Maria degli Angeli Porzuncola, Perugia 1963.
L. SALVATORELLI, L’attività patriottica, politica e parlamentare di Cesare Fani, “Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria”, 63/1(1966), pp. 141-155.
A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia. L’Umbria dal 1861 al 1992, Edimond, Città di Castello 2012.
H. ULLRICH, La classe politica nella crisi di partecipazione dell’Italia giolittiana – Liberali e radicali alla Camera dei deputati 1909-1913, Archivio storico, Roma 1979., , , |
|
|
Risorse web |
|
Archivio storico |
|
|