Data e luogo di nascita |
Roma 1825 |
Data e luogo di morte |
27 settembre 1886, Parigi |
Collegio |
Poggio Mirteto |
Legislature |
VIII Regno d’Italia (1861-1865) |
Partito |
Sinistra radicale |
Biografia |
Federici svolse i suoi studi, fino alla laurea, nella capitale dello Stato pontificio. Con l’ascesa al soglio pontificio di Pio IX, portò il giovane Federici ad essere tra i promotori delle manifestazioni per chiedere al nuovo papa riforme essenziali e la partecipazione alla guerra contro l’Austria. Nel 1848, appena ce ne fu occasione, si arruolò volontario nell’esercito pontificio e si distinse per valore e coraggio, soprattutto durante la difesa di Vicenza. Tornato a Roma, si schierò a favore della Repubblica sorta nel 1849, tanto da fare parte della commissione che andò dal generale Oudinot per trattare la resa.
Dopo un lungo processo, voluto dalle autorità pontificie per il suo coinvolgimento durante tutti gli avvenimenti del 1848-1849, nel 1853 fu obbligato ad emigrare e si trasferì a Parigi, liquidando tutto il patrimonio che possedeva a Roma. Anche se lontano, Federici continuò a battersi per l’unificazione dell’Italia, rappresentando il comitato e mantenendo i contatti con gli altri esuli, soprattutto con Daniele Manin, del quale, malgrado fosse un convinto repubblicano federalista, sposò la politica, credendola necessaria per il conseguimento dell’Unità e si diede da fare per concretizzarla. Nel frattempo si dedicò agli studi e pubblicò, nel 1856, il suo più importante lavoro: Chronologie universelle de la civilisasion ou histoire de la société resumée dans son progrès moral ed industriel.
Tornato in Italia ad avvenuta unificazione, si candidò alle elezioni del 1861 e fu eletto nel collegio di Poggio Mirteto, ma la sua carica durò molto poco, poiché, a causa dell’invasione delle truppe papaline, le votazioni furono annullate per alcune irregolarità. Nelle suppletive che si tennero qualche tempo dopo fu battuto dai suoi avversari. Tra il 1860 e il 1870 Federici visse a Torino, Firenze e Parigi, estraniandosi dai grandi dibattiti politici del momento, anche se non trascurò la questione romana e portò avanti con varie pubblicazioni, dove sosteneva l’ideale federalista, la difesa dei suoi compatrioti. Solo da una Roma liberata dal potere temporale del pontefice, sosteneva Federici, e resa di nuovo un centro di diffusione e propaganda scientifica e morale, sarebbe potuto partire il nuovo ordine politico.
Riuscì a tornare nella propria città dopo il 1870 e prese parte alla commissione che si occupava dei sussidi agli emigranti. Insieme a Pianciani e Montecchi fondò il Circolo popolare romano, il quale diventò il polo organizzativo dei candidati di opposizione. Si ricandidò alle elezioni politiche nel 1871 (sempre stesso collegio) e anche questa volta risultò eletto, ma anche questa volta le elezioni, subito dopo, furono annullate per irregolarità. Alle suppletive fu sconfitto da Masi e tale fallimento fu motivo di enorme amarezza per Federici, tanto da non ripresentarsi più.
Tornato a Parigi, pubblicò la sua opera più importante, Le leggi del progresso, ideato in più volumi, in cui si avvicinava al pensiero di Ferrari. Tale lavoro non venne mai terminato, poiché nel 1886 morì. |
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Scheda parlamentare |
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Opere |
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R. FEDERICI, Chronologie universelle de la civilisasion ou histoire de la société resumée dans son progrès moral ed industriel, Dantu, Parigi 1855.
ID., Roma e il cattolicesimo, P. Capponi, Firenze 1870.
ID., Le leggi del progresso, Fratelli Bocca, Roma 1875. |
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Bibliografia |
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ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Ministero delle Armi, Volontari delle campagne 1848-49, b. 1, cc. non numerate.
L. BULFERETTI, Ideologie socialiste in Italia nell’età del positivismo evoluzionistico (1870-1892), Le Monnier, Firenze 1951.
C. PAVONE, Le prime elezioni a Roma e nel Lazio dopo il XX settembre, “Archivio della Società romana di storia patria”, 16-17(1962-1963), pp. 321-442.
F. PEDROTTA, Esuli politici romani del Risorgimento, “Rassegna storica del Risorgimento”, 27(1940), pp. 1032-1034.
A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia. L’Umbria dal 1861 al 1992, Edimond, Città di Castello 2012. |
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Risorse web |
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Archivio storico |
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