Data e luogo di nascita |
21 aprile 1826, Roma |
Data e luogo di morte |
13 agosto 1907, Roma |
Collegio |
Perugia II, Spoleto |
Legislature |
XIV (1880-1882) Regno d’ItaliaXV (1882-1886) Regno d’Italia
XVI (1886-1890) Regno d’Italia
XVII (1890-1892) Regno d’Italia
XVIII (1892-1895) Regno d’Italia
XIX (1895-1897) Regno d’Italia
XX (1897-1900) Regno d’Italia |
Partito |
Sinistra storica |
Biografia |
Figlio di un impiegato della direzione generale del Lotto, Augusto Lorenzini, una volta diplomatosi alle scuole superiori, seguì le orme del padre Pietro ed entrò nel 1844, dopo aver partecipato ad un concorso pubblico, a lavorare alle Poste.
Nel 1848, a causa della sua attività politica e della sua simpatia per le idee mazziniane (era attivo all’interno del Comitato romano dell’Associazione nazionale italiana), fu ammonito dallo Stato pontificio e trasferito in altra sede. Lorenzini, però, non abbandonò le proprie idee rivoluzionarie, malgrado dopo il 1853 si era allontanato da Mazzini, tanto da subire un processo, la cui sentenza gli procurò 5 anni di reclusione, in seguito ridotti a tre e l’interdizione dagli impieghi pubblici.
Uscito dal carcere di San Michele nel 1855, perse il lavoro. Tale interdizione, però, gli fu attenuato qualche tempo più tardi così da potergli permettere di entrare come impiegato nell’amministrazione delle ferrovie. Tornò, tuttavia, a far parte del Comitato nazionale romano, il quale si stava riformando questa volta con tendenza filo-cavouriane, diventandone uno dei principali esponenti.
Tra il 1859 e il 1860 Lorenzini partecipò a diverse dimostrazioni contro lo Stato pontificio e dopo svariate ammonizioni nel 1861 fu condannato all’esilio. Si trasferì, quindi, a Rieti, dove instaurò una fitta rete di corrispondenze con i principali esponenti dell’emigrazione per sollecitare una risoluzione della questione romana. Con il tempo la sua posizione politica si radicalizzò sempre di più, avvicinandosi alle posizioni della sinistra ed allontanandosi dal Comitato, a suo giudizio diventato troppo poco incisivo. Aderì alla spedizione garibaldina del 1867 e fu ferito a Mentana.
La sua partecipazione alla politica nazionale si dovette fermare a causa delle condizioni di salute della moglie, tanto che richiese a più riprese la grazia al pontefice.
Lorenzini riuscì a rientrare a Roma, però, solo nel settembre del 1870, dove da subito prese parte al dibattito politico. Fu, infatti, eletto al Consiglio comunale e ne fece parte, a fasi alterne, fino al 1889. Seguace di Depretis, si candidò anche alle politiche, dove fu eletto la prima volta nella tornata elettorale del 1880. Si dimise per motivi di salute l’anno successivo, ma riuscì a presentarsi alle suppletive del 1884 nel collegio di Perugia al posto di Giuseppe Massari, dove venne eletto con quasi seimila voti. Rimase deputato del Regno d’Italia fino alla XX legislatura (1897-1900), spostandosi dal collegio di Perugia a quello di Spoleto, ma ottenendo sempre ottimi risultati. Partecipò a svariate commissioni parlamentari e lavorò molto, ma non pronunciò alcun discorso in aula.
Nel 1901 venne nominato senatore e divenne anche economo dell’Amministrazione romana, la quale aveva sede presso Palazzo Valentini, dove abitò con la famiglia e dove morì nel 1907. |
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Scheda parlamentare |
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Commemorazioni |
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 29 novembre 1907
AP, Senato del Regno, Discussioni, 5 dicembre 1907 |
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Bibliografia |
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ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Direzione generale di polizia, Archivio segreto, bb. 157, 480, 511, 593-594.F. BARTOCCINI, Roma nell’Ottocento. Il tramonto della “città santa”. Nascita di una capitale, Cappelli, Bologna 1985.
A. CARACCIOLO, Roma capitale. Dal Risorgimento alla crisi dello Stato liberale, Ed. Riuniti, Roma 1993.
G. CAROCCI, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, G. Einaudi, Torino 1956. |
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Risorse web |
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