Data e luogo di nascita |
24 ottobre 1814, Petrignano d’Assisi (PG) |
Data e luogo di morte |
31 maggio 1872, Palermo |
Collegio |
Poggio Mirteto |
Legislature |
XI (1870-1874) Regno d’Italia |
Partito |
Sinistra storica |
Biografia |
Figlio di un medico condotto di Petrignano d’Assisi di orientamenti liberali e della zia di Colomba Antonietti, morta per difendere le mura di Roma nel 1849, Luigi Masi studiò dapprima farmacia a Perugia e poi medicina a Roma, laureandosi nel 1840.
Collaboratore del fratello di Napoleone Bonaparte, Luciano, per cui lavorò in qualità di precettore dei figli e di segretario, si fece trasportare dagli entusiasmi patriottici a seguito dell’elezione sul soglio pontificio di Pio IX. Collaborò alla fondazione del settimanale “Il Contemporaneo”, contribuendo finanziariamente (in tale periodico divenne il portavoce del liberalismo romano e un luogo di discussione aperto anche ai contributi esterni di personalità come Montanelli, Gioberti e Balbo) e si prodigò affinché venisse creata una guardia civica, richiesta che il papa soddisfò nel luglio del 1847. Masi ne rivestì da subito il grado di capitano, cosa che gli fece guadagnare una grande popolarità. Allo scoppio della guerra del 1848, Masi partì con il contingente papalino per il Veneto e per i servigi resi fu promosso a maggiore e poi a colonnello. Tornò a Roma, a capo di un reggimento di volontari, dopo l’uccisione di Pellegrino Rossi e la caduta del governo di Pio IX. Fu eletto deputato della Repubblica e nominato vice presidente dell’Assemblea, ma partecipò ben poco ai lavori politici, poiché la sua priorità era l’addestramento dei 2000 volontari arruolati nel reggimento posto ai suoi ordini.
Alla caduta della Repubblica, per cui combatté a fianco dei suoi uomini fino alla fine, fu costretto a fuggire in esilio a Parigi, fino allo scoppio della guerra del 1859, quando si precipitò in Italia. Venne subito messo al comando del primo reggimento colonne mobili di Romagna ottenendo grandi risultati.
Masi, infatti, malgrado Mazzini lo pensasse ancora disponibile per avventure rivoluzionarie, era proiettato verso una carriera nell’esercito regolare. Nel 1860, su consiglio anche di Cavour, creò i Cacciatori del Tevere, con lo scopo di appoggiare le truppe regie durante la campagna dell’Umbria e delle Marche, che guidò fino al 1863, quando ne fu decretato lo scioglimento. Partecipò anche alla guerra per la liberazione del Veneto e nel settembre 1866 venne spedito a Palermo con l’infausto compito di reprimere l’insurrezione separatista scoppiata nel capoluogo siciliano. Sebbene non facesse parte dell’esercito di Cadorna, Masi entrò a Roma il 20 settembre 1870 a seguito delle truppe regie, poiché gli era stato affidato il comando della piazza di Roma.
La missione capitolina gli fruttò la vittoria nelle elezioni suppletive del giugno 1871, quando ottenne il seggio del collegio di Poggio Mirteto, dopo l’abbandono di Romolo Federici. La sua permanenza in Parlamento fu molto breve: Masi, infatti, morì nel maggio 1872 a Palermo. |
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Scheda parlamentare |
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Professione |
Militare di carriera |
Commemorazioni |
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 31 maggio 1872 |
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Bibliografia |
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A. CIANETTI, Un petrignanese gloria del Risorgimento italiano, Tipolito Properzio, Assisi 2009.
A. CUCCHIARI, Luigi Masi tra lira e spada, “Rassegna storica del Risorgimento”, 37 (1950), pp. 107-111.
F. LEONI, Storia dei partiti politici italiani, Alfredo Guida editore, Napoli 2001.
G. LUSERONI, Luigi Masi e i primordi del “Contemporaneo”, “Rassegna storica toscana”, 30 (1984), pp. 165-213.
G. MONSAGRATI, Roma senza il papa. La Repubblica romana del 1849, Laterza, Roma-Bari 2014.
S. TOMASSINI, Storia avventurosa della Rivoluzione romana. Repubblicani, liberali e papalini nella Roma del ’48, Il Saggiatore, Milano 2008.
ID., Roma, il papa, il re. L’Unità d’Italia e il crollo dello Stato pontificio, Il Saggiatore, Milano 2013. |
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Risorse web |
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Archivio storico |
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