Data e luogo di nascita |
Todi, 18 dicembre 1844 |
Data e luogo di morte |
Roma, 6 gennaio 1922 |
Collegio |
Todi |
Legislature |
XIX (1895-1897) Regno d’ItaliaXX (1897-1900) Regno d’Italia
XXI (1900-1904) Regno d’Italia |
Partito |
Destra storica |
Biografia |
Luigi Morandi nacque in un famiglia di decaduta nobiltà di origine francese, stabilitasi in Italia durante la Rivoluzione. Compì i primi studi nella cittadina umbra di Todi ed a sedici anni si trasferì a Perugia, dove frequentò la scuola Normale maschile, come allora si chiamava l’Istituto magistrale, e gli furono maestri lo storico Luigi Bonazzi e il poeta Giuseppe Cocchi. Grazie alla sua abnegazione (durante gli anni scolastici lavorò sempre) in soli due anni riuscì a conseguire il diploma di maestro. Tanta era la passione che si mise subito all’opera aprendo delle scuole serali, mentre, contemporaneamente, gestiva una tabaccheria, che gli permetteva di potersi mantenere.
Di convinzioni repubblicane, nel 1867 partì volontario con le truppe garibaldine per Mentana, dove combatté con il grado di tenente a fianco con Garibaldi e fu anche ferito.
Non ancora ventenne, riuscì a vincere un concorso di Stato, e dall’ottobre 1868 divenne docente nel Ginnasio e nell’Istituto tecnico comunale di Spoleto, cattedra che tenne per dodici anni. Svelando una grande versatilità destinata poi a distinguerlo tra gli intellettuali dell’epoca, fondò e diresse, tra il 1868 e il 1870, la rivista “L’Umbria e le Marche”, la quale combinava erudizione locale e produzione letteraria e usufruiva anche di collaborazioni nazionali. Gli scritti editi in questo periodo danno conferma della varietà degli interessi di Morandi, mai distinti dall’attenzione per l’educazione e la formazione civile dei cittadini e da quella per il suo territorio di origine, l’Umbria. Condusse, infatti, molte ricerche sulla cultura popolare di questa terra, pubblicate poi nel volume Saggio di proverbi umbri, dato alle stampe nel 1868. Nel 1874 ottenne la cattedra di italiano all’Istituto tecnico di Forlì. In seguito si trasferì a Parma per tre anni, dove provò ad entrare nell’Ateneo cittadino per l’insegnamento di Letteratura italiana senza avere risultati positivi, e, dal 1879, all’Istituto tecnico di Roma. L’anno successivo riuscì a coronare il suo sogno: fu, infatti, nominato libero docente di Letteratura italiana all’università La Sapienza.
Visto il suo impegno e la sua preoccupazione per l’alfabetizzazione del paese (aveva donato la sua intera collezione di libri alla Biblioteca Civica Cesare Battisti di Bolzano), ma anche per il suo spessore intellettuale, su suggerimento di Ruggero Bonghi, fu, dal 1881 al 1886, precettore del principe di Napoli, ovvero il futuro Vittorio Emanuele III.
Dopo l’esperienza con la casa reale, Morandi non continuò la carriera universitaria, forse anche per contrasti con alcuni docenti romani. Preferì, invece, la vita politica militando nei banchi della Destra storica. Si candidò la prima volta nella tornata elettorale del 1892, ma fu battuto nel collegio di Todi da Lorenzo Franceschini per una manciata di voti. Ci riprovò per la XIX legislatura (1895) e questa volta riuscì nell’impresa: con 2512 preferenze sconfisse il suo avversario, Nicola Barbato. Continuò ad essere eletto deputato, sempre nel collegio della sua città natale, per altre due legislature fino a che, nel 1905, fu nominato senatore del Regno, carica ricoperta fino alla morte. Nella sua vita parlamentare si occupò soprattutto di temi legati all’istruzione pubblica, senza però abbandonare studi e ricerche, soprattutto riguardanti la lingua italiana (fu tra i più autorevoli propugnatori delle idee manzoniane). A Morandi, inoltre, si deve la prima edizione quasi integrale dei sonetti romaneschi del poeta Giuseppe Gioacchino Belli.
Per il suo contributo dato alla crescita e alla diffusione della lingua italiana, nel 1919 fu eletto socio dell’Accademia della Crusca. |
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Scheda parlamentare |
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Professione |
Laurea in Lettere e filosofia; Docente universitario, Pubblicista / Giornalista, Letterato |
Commemorazioni |
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 17 marzo 1922 |
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Opere |
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L. MORANDI, Da Corese a Tivoli, Tip. Corradetti, Sanseverino Marche 1868.
ID., Poesie, E. Loescher, Torino 1875.
ID., Antologia della nostra critica letteraria moderna, S. Lapi, Città di Castello 1894.
ID., Come fu educato Vittorio Emanuele III, G.B. Paravia, Torino 1901.
ID. (a cura di), Sonetti scelti di G. G. Belli, S. Lapi, Città di Castello 1912. |
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Bibliografia |
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ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Ministero della Pubblica Istruzione, Personale 1860-1880, b. 1418.
A. BRAMBILLA, Un libro istruttivo e piacevole. Appunti sulla «Antologia della nostra critica letteraria moderna» di Luigi Morandi, in R. CREMANTE e S. SANTUCCI (a cura di), Il canone letterario nella scuola dell’Ottocento. Antologie e manuali di letteratura italiana, CLUEB, Bologna 2009, pp. 373-407.
G. CECCHINI e P. PIMPINELLI (a cura di), Catalogo generale delle edizioni di Scipione Lapi, S. Lapi, Città di Castello 1969.
P. GIBELLINI, Luigi Morandi editore ed interprete del Belli, “Rivista di letteratura italiana”, 10/3 (1992), pp. 621-634.
G. NATALI, Luigi Morandi, “Studi romani”, 10/4 (1962), pp. 423-431.
M.G. PALA, Teoria, critica e storia letteraria nella «Antologia della nostra critica letteraria moderna» di Luigi Morandi, in Critica letteraria e scienze nelle scuole di fine Ottocento, Edizioni scientifiche italiane, Napoli 1989, pp. 19-142. |
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Risorse web |
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