Data e luogo di nascita |
Bologna, 10 ottobre 1825 |
Data e luogo di morte |
Bologna, 26 marzo 1881 |
Collegio |
Perugia |
Legislature |
VII Legislatura Regno di Sardegna (aprile 1860-dicembre 1860)
VIII Legislatura Regno d’Italia (1861-1865)
IX Legislatura Regno d’Italia (1865-1867)
X Legislatura Regno d’Italia (1867-1870) |
Partito |
Centro-sinistra |
Biografia |
Gioacchino Pepoli nacque dal marchese Guido Taddeo Pepoli e da Letizia Murat, figlia di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone. Compì la sua formazione sotto la guida di due importanti maestri: Giovanni Marchetti (poeta senigalliese) e Paolo Venturini (barnabita di Bologna).
Nel dicembre del 1844 sposò la cugina Federica Guglielmina di Hohenzollern-Sigmaringen dalla quale ebbe tre figlie: Letizia, Antonietta e Luisa Napoleona.
Pepoli fu capitano della 1ᵃ compagnia del I battaglione, successivamente fu colonnello comandante in capo della guardia civica di Bologna durante la rivoluzione del ’48 e si distinse in occasione della Battaglia di Montagnola. A partire dal 10 ottobre 1848 fu vicepresidente del Circolo felsineo di Bologna (successivamente divenuto Circolo nazionale) e in seguito presidente del Circolo popolare (dalle posizioni più moderate).
Con la caduta della Repubblica Romana, Pepoli si recò in esilio volontario a Pistoia dove rimase per tre anni presso il mecenate patriota Niccolò Puccini.
Rientrato a Bologna nel 1852, militò tra le file del movimento liberale cittadino. L’anno successivo fu a Parigi dove il cugino Charles-Luis-Napoléon era divenuto Imperatore sotto il nome di Napoleone III. Fu a Parigi che il Pepoli si attivo affinché il nuovo imperatore si interessasse alla causa italiana.
Tre anni più tardi fu di nuovo a Parigi dove riuscì a convincere Napoleone III alla sostituzione dell’ambasciatore a Roma Alphonse de Rayneval, di orientamenti filopontifici, con Antoine de Gramount. Tuttavia, il legame di parentela con l’imperatore non fu sufficiente a convincere Napoleone ad acconsentire alla richiesta, presentata dal governo del Regno di Sardegna tramite la persona di Gioacchino Pepoli, di sostituire i Borbone con i Murat sul trono di Napoli. Probabilmente in seguito a questo evento, Pepoli si convinse che la causa piemontese fosse l’unica in grado di garantire alle Romagne l’indipendenza.
Con la caduta del governo pontificio, l’amministrazione municipale di Bologna nominò una giunta provvisoria, all’interno della quale Pepoli ottenne la direzione degli Affari esteri. Quando il 15 luglio 1859 Massimo d’Azeglio (commissario straordinario inviato dal governo sardo) creò il governo provvisorio, Pepoli ottenne la sezione delle Finanza e degli Affari esteri. In seguito alla pubblicazione delle condizioni degli accordi dell’armistizio di Villafranca, Pepoli si recò a Torino con l’obiettivo di convincere Napoleone III a non sostenere la restaurazione del governo provvisorio sul territorio delle ex Legazioni pontificie. L’imperatore acconsentì a tale richiesta a condizione che fosse mantenuto l’ordine pubblico. Il 2 agosto 1859, Leonetto Ciprinai, convinto e fidato bonapartista, fu nominato governatore delle Romagne grazie alla mediazione di Pepoli. Con l’unione delle ex Legazioni pontificie con i ducati di Modena e Parma all’interno del governo delle province dell’Emila, sotto la guida di Luigi Carlo Farini, Pepoli fu nominato ministro delle finanze.
Nell’ottobre 1859 fondò, insieme a Paquale Cuzzocrea, il giornale il “Corriere dell’Emilia” sulle cui pagine sostenne la necessità di unificare il paese sotto lo scettro legale del re Vittorio Emanuele.
Pepoli fu eletto alla Camera per il secondo collegio di Bologna a partire dal 1860. Per la Legislatura VIII fu, invece, eletto nel primo collegio di Perugia. Alla camera fu, vicino a Urbano Rattazzi, tra le file del terzo partito, così nominato per distinguerlo dal partito dei moderati e dalle correnti dei radicali e dei progressisti. Fu commissario straordinario per le provincie dell’Umbria dal 12 settembre al 30 dicembre 1860. In questa veste, 31 ottobre 1860, emanò il decreto con cui si impose la requisizione dei registri parrocchiali per impiantare l’Ufficio di stato civile comunale.
Nel marzo 1862 entrò nel primo governo Rattazzi con l’incarico del ministero Agricoltura, Industria e Commercio dove si occupò in particolare dell’unificazione monetaria. Dal 12 febbraio 1863 al settembre 1864 Pepoli fu inviato a San Pietroburgo in qualità di ministro plenipotenziario.
Nel 1864 fu incaricato dal presidente del Consiglio Marco Minghetti della gestione delle trattative che si conclusero con la stipula della Convenzione di settembre fra l’Impero francese e il Regno d’Italia.
Nel febbraio 1866 fu eletto sindaco di Bologna e dal 18 luglio al 10 dicembre dello stesso anno fu inviato come commissario straordinario in Veneto, in vista dell’annessione. Nel maggio 1868 si dimise dalla carica di sindaco di Bologna per recarsi a Vienna in qualità di inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Qui rimase fino al marzo 1870.
Il 12 marzo 1868 fu nominato senatore. Fu eletto al Consiglio provinciale di Bologna e di Ferrara e assessore e consigliere comunale di Bondeno.
Pepoli si attivò, inseguito alle alluvione nel Polesine, per la fondazione di istituzione di assistenza per le classi operaie. Nel 1864, dopo la scissione dalla Società operaia maschile, fondò la Società artigiana bolognese e nel 1875 creò la divisione femminile della società. Nel 1879, dopo la sua estromissione dalla presidenza, fondò l’associazione Fraternità di mutuo soccorso. |
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Scheda parlamentare |
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Professione |
Prefetto di Padova; Sindaco di Bologna |
Commemorazioni |
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 28 marzo 1881 |
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Opere |
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G. PEPOLI, Il bilancio dell’Emilia: relazione al Ministro delle finanze, Tip. G. Favale e comp., Torino 1860.
ID., L’ ordine del giorno del generale Garibaldi: lettera di Gioachino Pepoli a’ suoi elettori del secondo collegio di Bologna, Tip. G. Cassone e C., Torino 1861.
ID., Il benservito di Vittorio Emanuele: bozzetto di Gioacchino Pepoli, Regia tipografia, Bologna 1878.
ID., Discorsi sul diritto elettorale pronunziati dall’onorevole senatore Gioacchino Pepoli ai comizi di Bari (1° agosto) ed a quello di Valenza (15 agosto) 1880, Tip. Militare, Bologna 1880.
ID., Re e popolo: discorsi, lettere, scritti di Gioacchino Pepoli, Soc. tip. Azzoguidi, Bologna 1880.
ID., Scritti politici ed economici, N. Zanichelli, Bologna 1882. |
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Bibliografia |
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G. AZZI VITELLESCHI, Pepoli Gioacchino Napoleone, in Dizionario del Risorgimento nazionale. Dalle origini a Roma capitale, III, Vallardi, Milano 1933.
S. ALONGI, M. REGNI, F. ROMANI, P. TEDESCHI, Il fondo personale di Gioacchino Napoleone Pepoli: origine e trattamento di un archivio esemplare, in Settimana degli Archivi dell’Umbria: 70° anniversario dell’istituzione dell’Archivio di Stato di Perugia (1941-2011). Atti dei Convegni Perugia, Foligno, Norcia 18-26 novembre 2011, Betagamma, Viterbo 2013.
E. GADDA PEPOLI, L’ archivio di G. N. Pepoli: per la storia del commissariato nell’Umbria 1860, Unione Tipografica Cooperativa, Perugia 1907.
A. STRAMACCIONI, Storia delle classi dirigenti in Italia, Edimond, Città di Castello 2012. |
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Risorse web |
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Archivio storico |
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