La mostra “Alice a Bruxelles”, tassello di un complesso mosaico di ricerche e studi storico-pedagogici
Il lavoro di ricerca dal quale emerge lo studio e l’analisi degli oggetti provenienti dalle scuole rurali dei baroni Franchetti, esibiti all’Esposizione Universale di Bruxelles del 1910, ha radici lontane che si ritrovano nello sforzo quotidiano fatto dai ricercatori della Fondazione Hallgarten-Franchetti, erede morale dell’esperienza educativa di villa Montesca, di promuoverne approfondimenti sulla storia e sull’innovazione pedagogica delle scuole rurali.
Sin dalla sua origine, infatti, la Fondazione sviluppa studi e ricerche soprattutto sul tema della congiunzione fra gli esiti del metodo Montessori e le sue radici hallgartiane. In particolare, la Fondazione ha diretto i suoi sforzi verso la dimensione pedagogica di questa eredità, cercando di cogliere i cenni attuali di quanto fu fatto nel brevissimo periodo di tempo, a malapena 10 anni, che ha caratterizzato la vita delle scuole rurali fino alla morte della baronessa.
Dopo la sua scomparsa infatti le scuole hanno conosciuto una sempre più accentuata decadenza fino alla loro chiusura nel 1980. La vitalità di questa esperienza si ritrova certo nella considerazione che di essa aveva il pedagogista italiano Lombardo Radice che ad Alice e alle sue scuole ha dedicato un importante studio, Athena fanciulla. Scienza e poesia della scuola serena, pubblicato nel 1926 per i tipi di Bemporad. È una testimonianza essenziale per chi vuole ricostruire la vicenda storica, umana e pedagogica, della Montesca.
Ma partendo da questo studio, il percorso fatto dalla Fondazione è rivolto alla possibilità di rendere attuale quel messaggio e di applicarlo a quei mondi fragili che ancora richiedono lo sguardo e l’attenzione di Alice. Per questa ragione i progetti della Fondazione hanno una forte tensione sociale e sono rivolti a soggetti deboli, in particolare a quell’infanzia che ancora oggi soffre di un rapporto negativo, se non assente, con la scuola. Si parla nello specifico di progetti di applicazione del metodo Montessori-Hallgarten ai bambini rom, o ai bambini con un background sociale complesso e contrastato di povertà educativa, o a soggetti con problematiche di ritardo o disturbo di apprendimento.
Il tentativo è dunque quello di rendere la storia delle scuole rurali una storia contemporanea, proprio nella sua attualità e nella prospettiva di poter utilizzare ancora le intuizioni di Alice a favore dei bambini del mondo di oggi, anche se inseriti in un contesto totalmente diverso da quello che la Baronessa poté osservare in vita. La mostra nasce allora proprio dall’esigenza di conoscere la storia per poterla praticare e per realizzare compiutamente il messaggio pedagogico di Alice. L’esposizione testimonia anche la presenza della baronessa all’interno del movimento pedagogico europeo, innovatore di quegli anni, e ci aiuta a percepire lo sguardo attento di Alice sul suo lavoro pedagogico ma anche sul nostro lavoro pedagogico, perché quella meravigliosa esperienza di 100 anni fa non sia rinchiusa solo nei libri di storia.
Per poterla liberare da quel recinto stretto della ricerca storica, tuttavia, occorre averne una dimensione chiara e approfondita. Per questo l’incontro con la Western University, che ha dato la possibilità alla professoressa Caracchini di passare del tempo a Villa Montesca per proseguire il lavoro di studio dell’archivio, è senz’altro un contributo essenziale anche nel futuro delle ricerche della Fondazione che continuerà a impegnarsi nella diffusione delle idee di una delle pedagogiste più importanti del ’900 quale fu senza ombra di dubbio Alice Hallgarten.